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Newsletter Settimana 03/07/2023

Riflesso pavloviano

 
Il riflesso condizionato o riflesso pavloviano, dal nome dello scienziato russo Ivan Pavlov che ne elaborò il concetto agli inizi del Novecento nell'ambito degli studi sul comportamento, è la risposta che un soggetto dà al presentarsi di uno stimolo condizionante.
 
Per intenderci, esistono due tipologie di riflesso: quello non condizionato e quello condizionato. Il primo è quella risposta automatica, e non sotto il controllo della volontà, che un organismo ha nei confronti di uno stimolo esterno; un esempio tipico di riflesso (non condizionato) è che, nel sentire un suono, volto automaticamente il capo nella direzione in cui il suono si propaga. Il secondo, invece, rappresenta quel riflesso che può mettere in atto riflessi semplici partendo da stimoli differenti; per fare un esempio, avvertire la sensazione di sete quando si ascolta un particolare brano musicale costituisce un riflesso condizionato.
Nell’esperimento di Pavlov, infatti, associando per un certo numero di volte la presentazione del cibo ad un cane con un suono di campanello, il solo suono del campanello determinava la salivazione nel cane e, quindi, l’aspettativa del cibo.
 
Il riflesso condizionato è, quindi, una reazione prodotta da un elemento esterno, che il soggetto (umano o animale che sia) si abitua ad associare ad un preciso stimolo esterno. L’esperimento di Pavlov, seppur realizzato più di cento anni fa, rimane un esempio di come il nostro sistema nervoso possa essere condizionato a comportamenti da elementi esterni.
 
Non stupitevi, quindi, se, quando vi capita di vedere in televisione Salvini o Conte o la Meloni, automaticamente le vostre mani vanno a toccare una parte specifica del vostro corpo. È un semplice riflesso condizionato.
 


stefano benatti

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